Archivio orale
L’archivio delle fonti orali è un progetto di Giorgio Delle Donne proposto nel 2003 e realizzato a partire dal 2004 per la Biblioteca provinciale di lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano.
Nel 2003 Delle Donne ha progettato e coordinato una serie di conferenze, svolte presso la Biblioteca, sul tema “memoria e identità”, che hanno costituito un quadro teorico di riferimento della questione, con relazioni di esperti nazionali e locali, i quali hanno analizzato nelle diverse scale le questioni relative al rapporto tra memoria e identità negli aspetti nazionali, politici, religiosi, linguistici, di genere, di classe, nell’emigrazione e nelle società multietniche. La memoria individuale e collettiva infatti non è un enorme magazzino nel quale conservare tutti gli avvenimenti vissuti, ma un archivio in continua elaborazione dove si operano rimozioni, scarti, correzioni, rivisitazioni, sulla base di numerosi elementi coscienti e non, determinanti processi identitari aggregativi o disgregativi in continuo mutamento. Avvenimenti che hanno segnato le esperienze, come l’emigrazione, il confronto/scontro con realtà nuove e diverse, lo spaesamento, l’identificazione e/o la contrapposizione determinano nuclei di riflessione e rielaborazione continua.
L’uso delle fonti orali nella ricerca storica si è diffuso in Italia negli ultimi cinquant’anni – anche se non mancano ricerche precedenti -, soprattutto nella storia del movimento operaio, delle donne e dei movimenti giovanili, movimenti che hanno avuto per decenni una notevole importanza politico-sociale ma una scarsa produzione di documenti cartacei, con numerosissimi esempi di “conricerca”, attuata dagli stessi soggetti dei movimenti politici, spesso in aperta polemica con la ricerca storica accademica.
A partire da questa origine “militante” la storia orale si è progressivamente confrontata con questioni teoriche che hanno affrontato problemi metodologici relativi alla scelta dei testimoni, del rapporto tra intervistatore ed intervistato, alla conduzione dell’intervista, alla sua conservazione, catalogazione, valorizzazione, ed altro, relazionandosi dialetticamente a quanti mettevano in discussione la validità della fonte orale come fonte attendibile per la ricerca storica, rivendicando gli aspetti positivi degli elementi che in un primo tempo venivano denunciati come limiti della fonte, soprattutto gli elementi di oggettività e soggettività, i cambiamenti delle testimonianze nel corso del tempo, la credibilità del testimone.
La diffusione del registratore magnetico a partire dagli anni Quaranta, divenuto in seguito portatile, ha quindi superato le questioni metodologiche legate alla trascrizione dell’intervista, e la diffusione e miniaturizzazione delle videocamere ha in seguito consentito la registrazione anche dell’immagine dell’intervistato, con la relativa gestualità.
E’ diventato sempre più facile quindi raccogliere testimonianze relative a biografie di singole persone o i ricordi che diverse persone hanno conservato degli stessi avvenimenti, a conferma del fatto che la storia ricordata a volte non coincide con la storia scritta dagli storici, che segue percorsi di produzione e distribuzione diversi. Memorie individuali e memorie collettive hanno quindi percorsi separati ma intrecciati, sviluppandosi le memorie individuali all’interno di quadri sociali della memoria determinati anche dagli avvenimenti politici e sociali successivi agli avvenimenti ricordati. Non solo la storia quindi, ma anche la memoria, la sua produzione, riproduzione e conservazione, diventano elementi sui quali riflettere, raccogliendo testimonianze sulle cose fatte, ma anche sulle intenzioni, motivazioni, soddisfazioni, relative agli avvenimenti.
Molto importanti sono le possibili applicazioni delle ricerche basate sulle fonti orali nella didattica della storia, partendo dalla disponibilità delle fonti negli ambiti famigliari degli studenti, evidenziando la funzione della narrazione all’interno dell’ambito famigliare come primo elemento identitario, dall’identità di genere agli altri ambiti.
La storia contemporanea non pone limiti agli argomenti “degni di nota” dal punto di vista della ricerca e della didattica e quindi ad un proliferare di argomenti corrisponde un proliferare di fonti possibili, pur nella consapevolezza della difficoltà di archiviare, catalogare e rendere disponibili le informazioni che, quando sono troppo numerose e non catalogate, divengono inutilizzabili e producono un effetto simile a quello dovuto alla mancanza di informazioni. L’informazione diventa quindi un ovvio presupposto del sapere, ma diventa tale solamente nel momento in cui viene metabolizzata individualmente e socialmente in un quadro sociale di riferimento.
Le videointerviste sono state svolte da Giorgio Delle Donne con le riprese effettuate da Manuel Chieregato e Sandro Saltuari a partire dal 2004. Il primo nucleo prevede la realizzazione di 150 interviste, a testimoni significativi dei settori della cultura, della scuola, dell’informazione, dell’arte, della politica, del sindacato, del lavoro, dell’economia, delle professioni, della giustizia, della musica, della Resistenza, dell’associazionismo giovanile.
Lo schema dell’intervista segue le tipiche “storie di vita”, comprendendo una parte simile per tutti gli intervistati (identificazione, cenni biografici, ecc.) ed una parte tipica per ogni categoria e personaggio.
Si è così costituito un primo nucleo di fonti orali, che potrà essere utilizzato dai ricercatori ed insegnanti di oggi e di domani per svolgere ricerche e per insegnare la storia locale, che costituisce anche un incentivo agli attuali ricercatori e studenti per integrare questo patrimonio, incrementandolo fin d’ora con la garanzia che queste interviste saranno catalogate e conservate.
Bolzano, 30 giugno 2007
Giorgio Delle Donne